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Terza palpebra del cane non pigmentata

Il primo Natale di Dante con papillon
Il primo Natale di Dante con papillon

La terza palpebra del cane, conosciuta anche come membrana nittitante o membrana semilunare, è una struttura sottile e trasparente che si trova nella parte interna dell’occhio, accanto alla palpebra superiore e inferiore. Questa membrana è presente in molti animali, inclusi i cani, ed è responsabile della produzione di una sostanza lubrificante che protegge l’occhio.

Terza palpebra dell'occhio del cane non pigmentata
Il primo Natale di Dante – qui a 6 mesi – con il papillon. L’occhio sinistro ha la caratteristica di non aver la terza palpebra pigmentata che solitamente è di color scuro, come gli occhi.

La terza palpebra del cane non pigmentata

La pigmentazione della terza palpebra del cane può variare a seconda della razza e dell’individuo. In alcuni casi, la membrana terza del cane può essere non pigmentata, il che significa che non ha colore. Questo è un tratto comune in alcune razze di cani, come il Dobermann e il Weimaraner.

Il caso di Dante può esserti utile

Quando Dante era cucciolo, non ci davamo pace per l’aspetto del suo occhio perché si arrossava con facilità e a volte era un pò gonfio. Ovviamente lo abbiamo portato dal veterinario di campagna che ci ha dato un collirio antibiotico ma, solo in seguito, con una visita specialistica (siamo testardi) abbiamo avuto la risposta corretta. Dante aveva la terza palpebra dell’occhio sinistro non pigmentata con una lieve congiuntivite follicolare da trattare con un collirio specifico.

Caratteristiche della terza palpebra del cane

Ovvero, l’occhio non si presenta tutto scuro, pupilla e palpebra, ma si vede la palpebra bianca che, sotto sforzo, può diventare rossa. Poi, che il suo occhio fosse un pò sporgente e Dante un pò pagliaccio, lo si vede anche dalla foto. Si faceva male da solo, semplicemente strofinandosi alle copertine per attirare la nostra attenzione, oppure quando eravamo in passeggiata mettendo il muso nell’erba o fra i cespugli.

La terza palpebra del cane non pigmentata
In questa foto si vede bene che la terza palpebra dell’occhio di Dante è trasparente e non pigmentata

Quello che ci preme è dirti che la mancanza di pigmentazione della terza palpebra dell’occhio non è da considerare una condizione patologica o anormale, a meno che non sia accompagnata da altri sintomi o segni di malattia o infezione. Quindi fai attenzione e vai su questo articolo per l’ulcera oculare del cane.

Consigli per preservare la salute dell’occhio del cane

I nostri consigli sono di buon senso.

Quando sei in passeggiata con il tuo Bouledogue cerca di evitare anfratti, angoli pisciati da altri cani, cespugli e rovi. È difficile lo sappiamo perché se provi a spostarlo senti che fa resistenza, si incaponisce e non vuol muoversi. Il tuo istinto di dice di tirare bruscamente il guinzaglio tipo strattone… Ecco, evita. Basta un filo d’erba per ‘ferire’ l’occhio, una punta di un rovo o una spina di una rosa… Aspetta che lui abbia finito di odorare e se proprio non hai tempo e pazienza spostalo di peso.

Dante e la terza palpebra del cane non pigmentata

La stessa cosa in altri luoghi. In casa ed in auto evita di lasciare alla sua portata oggetti piccoli piccoli ed appuntiti, gli asciugamani troppo ruvidi o copertine che rilasciano peletti. I detersivi mai lasciarli a terra (tipo in bagno).

La Pulizia della zona perioculare

Ci sono alcune pratiche igieniche da tener presenti nel Bouledogue Francese. La principale è di tener pulita la zona perioculare con della soluzione fisiologica sterile ed in caso di necessità (tipo di occhio secco, al rientro dalle passeggiate) può essere utile istillare 2 gocce di collirio all’acido ialuronico. Dante ha sofferto di ulcere all’occhio scatenate da dermatite e dal tumore e ha trovato sempre giovamento proprio da colliri all’acido ialuronico, in buona percentuale ad uso umano, e colliri antibiotici specifici.

Va da sé che se noti un cambiamento nella forma o nella funzione della terza palpebra del tuo cane, o se il tuo cane sembra avere un’irritazione o un’infiammazione dell’occhio, è fondamentale portarlo dal veterinario per una valutazione completa.

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Invecchiamento del Bouledogue Francese

Mia ha 6 anni e 10 mesi. A giugno il suo 7 compleanno
Mia ha 6 anni e 10 mesi. A giugno il suo 7 compleanno

Invecchiamento del Bouledogue Francese. ll tuo bullo è adorabile e affettuoso, ma, come tutti noi, invecchia con il tempo. Secondo le statistiche recenti l’età media del Bouledogue Francese è di 10-12 anni, sempre che non abbia problemi di salute.

Invecchiamento del Bouledogue Francese
Mia ha 6 anni e 10 mesi. Celebre per la sua indole paciosa e pigrizia biblica

Come proprietari, è quindi importante essere consapevoli dei primi segnali ed eventuali sintomi dell’invecchiamento del proprio Bouledogue Francese in modo da poter prendere le misure necessarie per garantirgli una vita confortevole e sana. Le sfere d’azione sulle quali noi proprietari possiamo agire sono essenzialmente tre: alimentazione corretta, visite ed esami di controllo, stimoli nuovi.

Invecchiamento del Bouledogue Francese

Indicativamente il Bouledogue Francese è anziano con il compimento dell’ottavo anno ma già al quinto anno è possibile vedere qualche filo bianco sul muso.

Di seguito alcuni segnali e sintomi comuni dell’invecchiamento del Bouledogue Francese.

Invecchiamento del Bouledogue Francese.

Cambiamenti nell’appetito

Un significativo cambiamento nell’appetito è un segnale importante che il tuo bouledogue francese sta invecchiando. In generale i cani anziani possono avere difficoltà a masticare e deglutire e, udite udite, perdere interesse per il cibo.

Svogliati e pigri

Fai attenzione ad alcune attività abituali. Il tuo bullo fa fatica a percorrere le solite distanze, non ha piacere a fare i soliti giochi? Per esempio Mia non ha più piacere di fare i giochi di intelligenza mentale. Inoltre, i cani anziani possono perdere forza e mobilità a causa di artrite o altre condizioni di salute. Per tanto i bouledogue anziano può diventare lento, meno attivo e avere poca energia. Possono anche diventare più tranquilli e meno socievoli con gli estranei.

La leggendaria pigrizia di Mia

Pelo, udito e vista

I primi segni di invecchiamento riguardano soprattutto il pelo. Il cambiamento visivo più immediato (e tenero) è la comparsa di qualche pelo bianco sul muso. Se il tuo bullo è bringé o fulvo lo noterai subito. In altri casi la muta del pelo è meno copiosa del solito e il pelo risulterà opaco. Nei casi peggiori o inclini a sviluppare dermatite l’invecchiamento accentua eczema o altre problematiche del derma.Anche unghie potrebbero essere fragili. Purtroppo, comune ai cani anziani, anche il Bouledogue potrebbe avere difficoltà a sentire o vedere bene.

I bisognini

Il bouledogue anziano potrebbe avere problemi di incontinenza, difficoltà a controllare la pipì e la pupù. Per tanto, se anche tu vivi in appartamento, sarà importante correre ai ripari dotandoti di Petzolla e traversine igieniche riutilizzabili (noi di traversine ne abbiamo di diverse misure, acquistate quando i nostri Bouledogue erano cuccioli, ed utilizzate di recente per le medicazioni di Dante).

L’età che avanza richiede nuove strategie

Tenere d’occhio questi segnali e sintomi dell’invecchiamento può aiutare a identificare eventuali problemi di salute fin dalla loro comparsa. È importante consultare regolarmente il veterinario per verificare lo stato di salute del proprio cane e adottare un piano di trattamento adeguato. Personalmente noi ti consigliamo di valutare un cambio dieta (su indicazione del nutrizionista) adatto ad un cane anziano e di fare uscite in luoghi nuovi per stimolarlo e renderlo sempre attivo, nonostante l’età.

Mia ama curiosare in posti nuovi
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La solitudine del Bouledogue Francese

La solitudine del Bouledogue Francese

La solitudine può essere dura per tutti, compresi i nostri amici a quattro zampe. Mia è sola da quasi due mesi, i primi giorni ha accusato la perdita del fratello. Ma tutto sommato notiamo che è fedele alla sua routine. Ha sempre appetito, poca voglia di camminare, tanta voglia di ronfare! Ha a disposizione diversi modelli di cuccia: brandina, tappeto, cuccia relax, divanetto. La sua cuccia preferita è la cuccia relax rosa. Del resto fa ancora freddo e probabilmente le piace il tepore che si crea e si sentirà più protetta. Ama stare in casa e, tempo permettendo, in terrazza a prendere il sole.

La solitudine del Bouledogue Francese

Quando siamo in studio, o parliamo al telefono, Mia si avvicina per sentirsi parte del gruppo. La solitudine del Bouledogue, o meglio di Mia, si manifesta alla sera… l’umano la fa salire sulle sue ginocchia, per guardare la TV e pisolare un pò. Del resto i Bouledogue sono cani da compagnia, hanno bisogno del contatto umano per essere felici e sani. Come proprietari, ci assicuriamo che Mia non si senta sola e abbattuta. In diversi ci chiedono se prenderemo un altro Bouledogue… No, non lo prenderemo.

La solitudine del Bouledogue Francese. Gestione e consigli pratici
Mia, dolcissima, nel divanetto

La solitudine del cucciolo

Se il tuo Bouledogue è piccolo puoi leggere la nostra guida alla gestione della solitudine del cucciolo, è gratuita e ricca di consigli. Di seguito invece le cose che facciamo con e per Mia in ordine di gradimento.

1. Incoraggiare la compagnia umana

I primi giorni dalla morte di Dante, Mia stava in cuccia e ci dava la schiena. Mangiava sempre di gusto, non cercava nessuno, non aspettava sulla porta di casa il nostro rientro… però accettava le nostre coccole. Probabilmente era molto triste e cercava la solitudine. Noi abbiamo rispettato il suo dolore, le abbiamo dato spazio e tempo. Al contempo abbiamo incoraggiato la reciproca compagnia fornendole attenzione e coccole.

2. Organizzare giornate divertenti

Mia è una bouledogue francese pigra, paciosa ed indipendente. Le piace stare in compagnia ma a debita distanza, contatto sì ma a sua discrezione. Quando scendiamo per i bisognini le facciamo capire che potremmo fare una passeggiata più lunga. A volte accetta il nostro invito e ci spingiamo in piazza (come facevamo con Dante, ndr). La portiamo con noi al ristorante o in pizzeria per poi fare un giretto. Inizialmente era un pò restia perché odia l’auto ma poi questi stimoli le piacciono e rientra a casa soddisfatta.

3. Fare amicizia con altri cani

Quando scendiamo per bisognini / passeggiata incontriamo dei cani e se lei ha piacere ci fermiamo e lasciamo che facciano conoscenza. A volte le piace chi si trova davanti e cerca il gioco, a volte non le va di socializzare e ignora tutti.

4. Fornire attività mentale

I cani hanno bisogno di mantenere il loro cervello attivo e stimolato, ne abbiamo parlato qui e qui. I giochi interattivi funzionavano quando Mia era piccola, ora non li ama più. Proprio li snobba.

La solitudine del Bouledogue Francese. Gestione e consigli pratici

Conclusioni

Mia ha una routine consolidata fatta di piccole cose ripetitive che scandiscono le sue giornate. Certo che, quasi 7 anni appiccicata al fratello, non si dimenticano facilmente. Mia è sempre con noi, non sta spesso sola. Anche la notte dorme nella sua cuccia e noi teniamo la porta aperta della stanza da letto solo per precauzione. Lei non viene mai nel nostro spazio. È molto rispettosa e ben educata.

Del resto ogni Bouledogue è a sé con esigenze e personalità diverse. Dante era morbosetto, quasi molesto ed invadente nel voler stare sempre appiccicato all’umano. Eppure sono stati educati nello stesso modo. È quindi importante considerare i bisogni del proprio cane e adattare i trucchi e i suggerimenti per soddisfarli al meglio. In generale è fondamentale fornire amore, attenzione e compagnia al proprio Bouledogue in modo che possa vivere una vita felice e soddisfatta. Se passa molte ore da solo valuta la figura di un dog sitter (ne abbiamo scritto qui e qui).

Continua a seguirci!
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Come scegliere il dog sitter giusto?

Cane dorme sul tappeto di casa
Mia è una Bouledogue Francese tranquilla ed indipendente.

Scegliere il dog sitter può essere un compito impegnativo e stressante. Dopo aver scritto cosa fa il dog sitter e quanto può costare affidargli il nostro Bouledogue, ti forniamo 7 passaggi per una ricerca mirata e scegliere il dog sitter giusto per prendersi cura del tuo cane.

Come scegliere il dog sitter giusto per il proprio cane
Mia attende il rientro del suo umano

Scegliere il dog sitter in 7 passaggi

Inizia la ricerca

Potresti anche affidarti al passaparola di amici e conoscenti ma è riduttivo e fortemente soggettivo. Quindi amplia la ricerca e inizia a cercare dog sitter nella tua zona. Vai su google e digita dog sitter vicino a me filtrando un raggio di km che ti permetta di organizzarti facilmente e contenere le spese. Puoi utilizzare anche google maps oppure spostati su account e pagine social che possono aiutarti nella ricerca di dog sitting. Scegli sempre siti, profili, app, servizi che riportano recensioni e testimonianze lasciate da precedenti clienti.

Valuta più profili di dog sitter

Controlla la reputazione del dog sitter. Leggi le recensioni online e cerca feedback dai loro clienti precedenti. Fai una rosa di potenziali dog sitter. Almeno 3 nomi vicini a te o al luogo di lavoro.

Incontra di persona i dog sitter

Fissa un incontro con ognuno dei dog sitter che hai selezionato per chiedere informazioni sul loro background e la loro esperienza. Chiedi se hanno esperienza con il Bouledogue Francese o eventuali esigenze speciali. Registra poi le sensazioni che ti trasmette a pelle e, se possibile, solo alla fine dell’incontro fai conoscere il tuo Bouledogue. Deve piacere soprattutto a lui!

Verifica le coperture

Chiedi di vedere la loro assicurazione e i loro documenti di formazione, se disponibili. Ricordati che il Bouledogue tende a far spesso le feste a chi incontra (anche a bambini e anziani che hanno un equilibrio un pò così…). Assicurati che il dog sitter sia in regola con tutte le norme di legge e che abbia una formazione adeguata per gestire eventuali situazioni di emergenza (ad esempio il cane scappa, insegue un gatto, vede un altro cane…).

Come scegliere il dog sitter giusto per il nostro Bouledogue
Mia ha una routine precisa durante il giorno e questo ci aiuta a gestire il suo tempo (ed il nostro). Per esempio al mattino, dopo il pasto, Mia vuol uscire in terrazzo per una sbirciata Che tempo fa? Fa freddo? Fa caldo? Che succede?

Chiarisci subito il compenso

Per evitare qualsiasi tipo di fraintendimento chiedi al dog sitter quali sono le sue tariffe (giornaliere, orarie, week end) e se offre servizi aggiuntivi come passeggiate, toelettatura o altre esigenze specifiche. Chiedi quali sono le sue politiche di cancellazione (tipo lui non può venire per x motivi ma ti garantisce il servizio con altro dog sitter ) e se offre rimborsi in caso di emergenza.

Fai una prova

Potresti affidare il tuo cane per un breve periodo di tempo (un ora o mezza giornata, dipende dalle tue esigenze). Questo ti darà l’opportunità di vedere come il dog sitter gestisce il tuo Bouledogue e se il tuo cane si sente a proprio agio con lui.

Decidi

Dopo aver completato tutti questi passaggi, scegli il dog sitter che ti ha dato la migliore impressione e con cui il tuo cane si è sentito più a suo agio.

Conclusioni

Ricorda sempre che affidare il tuo Bouledogue a qualcuno è una grande responsabilità, quindi è importante dedicare il tempo necessario per scegliere il dog sitter giusto per il tuo cane.

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Sei alla ricerca di qualcosa di specifico per il tuo Bouledogue? Trovi il necessario nella nostra Vetrina su Amazon

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Quanto costa il dog sitter?

Post Bouledogue Francese: i più letti del 2019 su Find the Frenchie
Post Bouledogue Francese: i più letti del 2019 su Find the Frenchie

La retribuzione del dog sitter in Italia dipende dal tipo di lavoro che viene svolto, dalle competenze e dall’esperienza del professionista. Ad esempio, un dog sitter che lavora in modo autonomo può addebitare una tariffa oraria o una tariffa giornaliera. Per tanto la retribuzione del dog sitter in Italia dipende da vari fattori, tra cui l‘esperienza, le qualifiche e le responsabilità associate al lavoro.

Retribuzione del dog sitter

La retribuzione del dog sitter in Italia

Secondo le nostre indagini (web e community) la maggior parte dei dog sitter in Italia addebita una tariffa oraria o giornaliera per il proprio lavoro. Le tariffe orarie possono variare da un minimo di 10 euro fino a 25 euro o più, mentre le tariffe giornaliere possono variare da 50 euro fino a 100 euro o più. Le tariffe dipendono dal servizio richiesto e dalle responsabilità associate al lavoro.

Ad esempio, se il dog sitter è responsabile di prendersi cura di un cane per un’intera giornata, la tariffa sarà più alta rispetto a quella richiesta per una visita a casa del proprietario per una passeggiata o un pasto. Inoltre, le tariffe possono aumentare se il dog sitter è richiesto per un servizio urgente o per un’assistenza 24 ore su 24.

Tariffe mensili dog sitter

In alcuni casi, i dog sitter possono addebitare una tariffa mensile, soprattutto se sono impegnati a prendersi cura del cane per un periodo prolungato di tempo. Le tariffe mensili possono variare da 400 euro fino a 800 euro o più, a seconda delle responsabilità del lavoro e delle esigenze del cane.

Nel caso in cui il dog sitter fornisca una casa temporanea per il cane, ad esempio durante le vacanze del proprietario, la tariffa mensile può essere più alta, poiché il dog sitter deve fornire non solo l’assistenza quotidiana, ma anche il luogo in cui il cane vivrà temporaneamente.

Altri fattori che influenzano la retribuzione del dog sitter

La retribuzione del dog sitter in Italia dipende anche dalle competenze e dall’esperienza del professionista. I dog sitter con anni di esperienza e con conoscenze specifiche in materia di etologia, alimentazione e gestione delle emergenze veterinarie, possono addebitare tariffe più elevate rispetto a quelli con meno esperienza.

Inoltre, la località in cui il dog sitter lavora può influire sulla retribuzione. In alcune aree più rurali o meno popolate, le tariffe possono essere inferiori rispetto a quelle richieste nelle città più grandi e più popolate.

Il mercato del dog sitting in Italia

Il mercato del dog sitting in Italia è in costante crescita, grazie alla sempre maggiore diffusione del concetto di animali domestici come membri della famiglia e alla necessità di garantire loro le cure necessarie anche quando i proprietari sono assenti.

Esistono diverse tipologie di servizi di dog sitting, dalle strutture dedicate come i canili, ai servizi di pet sitting presso il domicilio del proprietario o presso strutture apposite. In particolare, il dog sitting a domicilio è tra i più richiesti, poiché consente al cane di rimanere in un ambiente familiare e di evitare il trasferimento in un luogo estraneo.

Il mercato del dog sitting è altamente frammentato, con numerose piccole aziende e professionisti del settore che operano a livello locale o regionale. Tuttavia, si stanno sviluppando anche servizi di dog sitting online, che permettono di mettere in contatto proprietari e dog sitter in modo semplice e immediato.

Il prezzo medio per una giornata di dog sitting si aggira intorno ai 20-30 euro, a seconda della località e dei servizi offerti. I servizi di pet sitting a domicilio o di dog walking possono avere un prezzo leggermente più elevato.

Il mercato del dog sitting in Italia è regolamentato da leggi nazionali e regionali, che impongono determinati requisiti ai dog sitter e alle strutture che offrono il servizio. Ad esempio, è obbligatorio essere in possesso del patentino per l’attività di custodia degli animali domestici e rispettare le norme di igiene e sicurezza.

Conclusioni

In sintesi, il mercato del dog sitting in Italia è in costante espansione, grazie alla crescente attenzione dei proprietari per il benessere dei propri animali domestici. L’offerta è altamente frammentata e variegata, con numerose possibilità per i proprietari di trovare il servizio di dog sitting più adatto alle loro esigenze e a quelle del proprio cane.

Continua a seguirci perché nel prossimo articolo scriveremo i consigli per scegliere correttamente il dog sitter per il tuo Bouledogue.

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Dog sitter

Bouledogue Francese che si riposa dopo la passeggiata quotidiana
Mia si riposa dopo la piccola passeggiata quotidiana.

Negli ultimi anni la figura del dog sitter è diventata popolare. L’importanza del cane, l’esigenza di dargli le migliori attenzioni in nostra assenza (lavoro, vacanza o quando noi o i nostri cari non possono occuparsene), spinge molti proprietari a ricercare un dog sitter affidabile, serio e competente. Di conseguenza, anche nel nostro Paese, l’attività svolta dal dog sitter non è più il lavoretto degli studenti ma è una vera e propria professione che richiede abilità e competenze specifiche. Solitamente il moderno dog sitter ha svolto un percorso professionale come educatore cinofilo qualifica che gli permette di conoscere il comportamento del cane e di entrare in relazione con lui.

Quali sono i compiti del dog sitter?

Il dog sitter può avere diversi compiti da svolgere e molto dipende dal tempo di ingaggio. Pensiamo ad una tipica giornata in nostra assenza. Quante cose facciamo? Tante! Si potrebbe allora includere: il giretto per i bisognini, la somministrazione di cibo ed acqua, la pulizia dell’area in cui vive e la sua igiene personale. Senza tralasciare le fondamentali le attività di gioco e di socializzare con il nostro cane, in modo che non si senta solo o trascurato. E le passeggiate. A questo punto si può fare una distinzione: le attività svolte dal dog sitter e dal walk sitter.

Dog sitter. Bouledogue Francese che si riposa dopo la passeggiata quotidiana
Mia si riposa dopo la piccola passeggiata quotidiana.

Dog sitter o walk sitter?

Il dog sitter si prende cura del cane nella sua abitazione durante l’assenza del proprietario, perché occupato al lavoro o impossibilitato per altre cause. Non vuole solo dire fornire cibo, acqua ed eventuali cure mediche già prescritte dal veterinario, ma soprattutto fare in modo che il cane si senta amato e seguito, come se il proprietario fosse presente

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Un dog walker si occupa di portare a passeggio i cani durante la giornata lavorativa dei proprietari. Il dog walker o “passeggiatore di cani” prende in consegna il cane dal proprietario, lo porta a passeggiare in un’area sicura e appropriata che si può concordare, e poi lo riporta indietro al proprietario. Il dog walker è responsabile per la sicurezza e il benessere del cane durante la passeggiata, e deve essere in grado di gestire situazioni impreviste, come ad esempio incontri con altri animali o persone. Una attività di dog walker permette di fornire al cane un’attività fisica positiva, una attività mentale e offre in qualche caso anche la possibilità di socializzare correttamente con altri cani e persone.

Le esigenze del cane e del proprietario devono essere sempre al primo posto, per fornire un servizio sicuro e rispettoso del benessere del cane. Per un dog walker è essenziale sapere come gestire correttamente il cane in passeggiata e come prevenire gli incidenti con altri cani o altre persone, mantenendo sempre il cane sereno senza aggiungere situazioni di stress e di disagio.

Il dog sitter deve anche garantire la sicurezza del cane, ad esempio evitando che fugga o si ferisca mentre è sotto la sua responsabilità. Inoltre deve osservare attentamente il cane per verificare se presenta eventuali sintomi di malattia o di disagio, segnalandoli immediatamente al proprietario. Inoltre deve mantenere il contatto con il proprietario, aggiornandolo sulla salute e il benessere del cane e rispondendo alle eventuali domande o preoccupazioni.

Dog sitter porta in passeggiata Mia, bouldogue francese di 6 anni e 8 mesi.
Mia in passeggiata

Qualifiche del dog sitter

In Italia, molte persone che lavorano come dog sitter sono anche educatori cinofili (a volte anche addestratori). Del resto le aspettative dei proprietari di cani sono diventate alte. Per tante persone è fondamentale affidarsi a professionisti che sanno gestire correttamente i cani. Va da sé che entrare in relazione con un Bouledogue è completamente diverso che un Jack Russel. Chi come noi ha un bullo da per assodato che il professionista porti in passeggiata il nostro cane nelle ore più fresche con molta calma, senza strattonarlo se si impunta e fa il masso.

I professionisti più ricercati hanno esperienza con diverse tipologie di cani ed hanno sviluppato competenze specifiche per prendersi cura di loro. Infatti, scelgono di iscriversi a corsi di formazione e a programmi di certificazione per sviluppare ulteriormente le proprie competenze e per migliorare la loro credibilità professionale. I corsi di formazione per dog sitter possono coprire argomenti come l’etologia, l’alimentazione e la gestione delle emergenze veterinarie.

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Conclusioni

In generale, il lavoro del dog sitter in Italia è una professione che ha preso piede, è riconosciuta e richiesta perché il cane fa parte della famiglia. I proprietari di cani devono tenere presente che la qualità del servizio offerto dal dog sitter è varia e dipende dalla retribuzione che essi pagano in relazione al tempo e alla frequenza. Va da sé che un servizio di bassa qualità può comportare problemi per la salute e il benessere del cane. La retribuzione quindi dipende dalle competenze, dall’esperienza e dalle responsabilità associate al lavoro. Affronteremo questo tema nel prossimo articolo. Continua a seguirci.

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Le migliori cliniche veterinarie in Italia

Mia-Find-the-frenchie
Mia-Find-the-frenchie

Le migliori cliniche veterinarie in Italia.

L’obiettivo di questo articolo è quello di fornirti un elenco delle migliori cliniche veterinarie in Italia per la cura di patologie gravi come tumori del cane (in primis mastocitoma cutaneo), Baos (Sindrome Brachicefalica) ed ernie. In situazioni di emergenza e dove la malattia corre, fanno la differenza l’impiego di macchinari all’avanguardia, studi clinici e ovviamente veterinari d’eccellenza.

Le strutture veterinarie che consigliamo in questo articolo sono frutto di nostra esperienza diretta oppure sono state indicate dalla nostra community sui social. Alcuni nomi possono suscitare perplessità perché ognuno ha la sua sensibilità e la propria storia da raccontare.

Noi stessi sul nostro blog abbiamo riportato come abbiamo scelto l’oncologo di Dante e di quanto eravamo disorientati nella scelta. Ad esempio, invece di affidarci alla clinica veterinaria sotto casa abbiamo preferito andare alla Fenice di Mestre che dista 30 km. Perché? Perché otto mesi fa, oltre alla diagnostica, avevamo bisogno di supporto ed empatia e di un oncologo che, in caso di necessità, fosse sempre presente in clinica. Ci siamo affidati al Dott. Perin, oncologo e chirurgo di esperienza nella cura del mastocitoma cutaneo supportato da staff, diagnostica e laboratorio (Per alcuni esami clinici la Clinica La Fenice si affida al laboratorio della Clinica San Marco di Padova, ndr).

Le migliori cliniche veterinarie in Italia
Mia alla Clinica Veterinaria La Fenice di Mestre

Le cliniche veterinarie di Dante e Mia

Iniziamo con il fornirvi i nomi delle cliniche veterinarie di Dante e Mia.

Clinica Veterinaria la Fenice Pronto Soccorso – Mestre. In primis Dott. Perin (oncologo e chirurgo), Dott. Ventura (nutrizionista e terapie alternative), Dott.ssa De Faveri (dermatologa)

Centro Veterinario Oculistico Fontane Dott. Multari a Villorba di Treviso (solo patologie oculistiche, chirurgia oculistica). Lunghe fila di attesa

Ospedale Veterinario San Francesco (Treviso) per diagnostica completa di risonanza, tac, palestra riabilitativa e laboratorio

Clinica e Laboratorio San Marco di Veggiano Padova per laboratorio clinico

Dimevet Dipartimento di Scienze Mediche Ozzano dell’Emilia (per oncologia / Università degli Studi Bologna). Rapidissimi nelle risposte.

Quali sono le migliori cliniche veterinarie in Italia?

Di seguito l’elenco creato con i suggerimenti ricevuti dalla community di Find the Frenchie.

Conosci altre strutture veterinarie all’avanguardia che non sono citate in questo elenco? Scrivici a info@findthefrenchie.com e aggiorneremo l’articolo.

Mia bulldog francese di 6 anni e 8 mesi
Mia ha 6 anni e 8 mesi

Riflessioni

Noi viviamo a Treviso. Siamo fortunati perché nel raggio di 15 km abbiamo a disposizione strutture veterinarie e piccoli ambulatori.

Il problema è che ci sono troppi animali domestici.

Solo il nostro veterinario di base ha 2.000 pazienti registrati. La clinica veterinaria a 5 minuti da noi (la San Francesco) ha tutta la diagnostica avanzata con ben 8 – e sottolineiamo 8 – sale visita e oramai si parcheggia anche lungo la statale. Una receptionist e un centralino suddiviso per reparti specifici. Tanti pazienti, casi complessi e quindi bisogna pazientare.

Il nostro veterinario di base (detto anche di campagna) è stato davvero unico e sensibile con il fine vita di Dante. La clinica veterinaria sotto casa no, ma non per farci un dispetto o per cattiveria, ma perché ha oramai un protocollo molto rigido da seguire. Il problema quindi non sono i piccoli ambulatori che, per forza di cose, devono appoggiarsi a strutture esterne come laboratori clinici oppure strutture veterinarie che hanno macchinari e personale all’avanguardia (endoscopia, tac, risonanza magnetica).

Il problema di oggi (e del futuro prossimo) sarà l’accesso (anche previe garanzie economiche a fronte di spese importanti) alle cliniche migliori perché dispongono delle attrezzature avanzate, possono permettersi la diagnostica interna, proporre nuove tecniche chirurgiche ed ovviamente i professionisti che le sanno mettere in pratica.

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Cure oncologiche del cane. Quanto costano?

Cure oncologiche del cane.
L'ultima visita di Dante in clinica veterinaria

Le cure oncologiche di Dante sono arrivate a €5.312 e comprendono:

  • la diagnostica iniziale: €350 per visita veterinaria, emocromo, sedazione, biopsia e in seguito colorazione
  • stadiazione: € 850 circa per visita veterinaria, anestesia completa, esami del sangue approfonditi, TAC. La stadiazione è fondamentale per capire il livello e l’aggressività del tumore e se ci sono metastasi ovvero se il tumore è circoscritto oppure si è già diffuso. Questi esami sono fondamentali e devono essere prescritti da un oncologo che poi deve leggerli ed interpretarli.
  • le visite specialistiche veterinarie: prima visita € 80 oncologo, € 120 oculista, € 80 dermatologa. I controlli sono a parte e sono sui € 40/50 euro a visita.
  • Esami del sangue: settimanali € 40 (globuli bianchi) e mensili € 90 (emocromo completo). Le cure oncologiche possono essere debilitanti per questo il cane deve essere monitorato costantemente in modo che l’oncologo sappia valutare se proseguire con la terapia in corso. Ovvero l’oncologo è tenuto a fermarsi se il farmaco diventa tossico, se i globuli bianchi sono diminuiti così tanto da impedire al cane una naturale difesa contro batteri e virus.
  • Chemioterapia in clinica con sedazione € 150 (oltre all’oncologo coinvolgimento dell’anestesista)
  • Medicinali oncologici a casa: €200 a scatola di Masivet 150 riformulato da farmacia galenica con spedizioni. € 158 Palladia scatola da 20 compresse.
  • Medicinali e prodotti per le medicazioni del mastocitoma cutaneo: circa € 1600 (comprendono cortisone, antistamico, antinausea, antidolorifico, antibiotici, colliri, disinfettanti, pomate specificihe, spray, garze sterili, bende coesive, garze medicate, cotone sottogesso, soluzione fisiologica sterile…)
  • Eutanasia e cremazione con più pelosi: € 180.
Cure oncologiche del cane.
L’ultima visita di Dante in clinica veterinaria.

Dante non è stato ricoverato in clinica veterinaria e non è stato possibile assicurarlo per patologie pregresse quindi sono costi che non abbiamo sostenuto. Considera che il ricovero in clinica parte da € 80 al giorno. Tutto l’iter del fine vita di Dante lo trovate qui ed è stato scritto in modo asciutto e senza fronzoli per fornire informazioni a chi si dovesse trovare in una situazione simile.

Come far fronte alle cure oncologiche del cane?

Le spese oncologiche del cane possono essere ingenti e destabilizzare il bilancio famigliare. Noi ringraziamo davvero tanto le nostre famiglie, gli amici e le nostre community su Facebook ed Instagram che ci hanno sostenuto anche economicamente.

I nostri consigli

I nostri consigli sono quattro:

  1. controlli periodici dal veterinario soprattutto se noti dei piccoli ponfi sulla cute del cane (tempestivi se poi non si rimarginano mai o se zoppica)
  2. accantona mensilmente una cifra per istituire un fondo cassa per il cane che si aggiri su un montante complessivo di € 2000. Ricorda che le operazioni chirurgiche spesso richiedono giorni di degenza, analisi, medicine e controlli. Fatti trovare pronto.
  3. stipula un’assicurazione per il cane in caso di emergenze (ovvero operazioni chirurgiche) ma leggi molto bene le clausole e non lesinare sul massimale coperto (che te ne fai di un massimale € 1.500 dopo i costi che hai letto?) soprattutto se il tuo cane ha delle patologie anche di razza. Fai molta attenzione. Piccolo inciso: usa la polizza per eventi straordinari come la chirurgia. Non usarla per ‘banalità’ perché pensi che “tanto ho l’assicurazione che rimborsa tutto”… Non è vero e comunque devi sborsare prima per poi essere risarcito. Capita spesso che l’assicurazione rivaluti la tua posizione e receda dal contratto perché non conviene più assicurarti il cane.
  4. Chiedi in clinica se possibile pagare con bonifico bancario. In tal modo puoi sostenere normalmente le tue spese quotidiane con carta di debito (spesa alimentare, addebiti automatici, benzina etc.) ed eventuali imprevisti con carta di credito (ad esempio l’auto o un elettrodomestico devono essere riparati o sostituiti) mentre le spese del cane viaggiano parallele con bonifici in modo che tu possa programmare il pagamento e non trovarti in difficoltà nel quotidiano o con la clinica veterinaria. Abbiamo raccolto un elenco delle migliori cliniche veterinarie in Italia che trovi qui
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Fine vita

Dante De Valoisse è morto il 20 febbraio 2023 aveva 6 anni e 8 mesi
Dante De Valoisse è morto il 20 febbraio 2023 aveva 6 anni e 8 mesi

Il fine vita del cane è un momento doloroso, soprattutto se il cane è relativamente giovane. Dante si è addormentato per sempre il 20 febbraio 2023, aveva 6 anni e 8 mesi. Aveva un brutto tumore, un mastocitoma cutaneo non operabile alla gamba posteriore. Insieme a lui abbiamo fatto un lungo percorso, fatto di esami e di terapie.

Bada bene. Questo non vuol dire che tutti i cani con tumore sono spacciati. Anzi, se il tumore è operabile ci sono buone possibilità che il cane viva ancora per anni. Ci sono ottimi chirurghi oncologi là fuori. Se invece il tumore non è operabile ci sono comunque storie di pelosi che sono sono riusciti a vivere con dignità e serenità. Insomma ci sono ottime cliniche oncologiche e terapie all’avanguardia. Quindi, amico mio che ci leggi, non perdere mai la speranza e la fiducia. La medicina veterinaria fa continuamente progressi.

In questo articolo ti raccontiamo il fine vita di Dante in modo che tu abbia una traccia. Non servono i fazzoletti, siamo saldi.

Fine vita del cane
Dante il 14 febbraio 2023. Con le sue zampe ha raggiunto l’amata Piazza

L’iter diagnostico

Il percorso di Dante è iniziato a fine agosto con una biopsia fatta dal medico di campagna, poi, dopo una quindicina di giorni dal responso, abbiamo fatto la colorazione che ha confermato la presenza di cellule tumorali. Ad ottobre Dante è stato preso in cura dall’oncologo in una clinica veterinaria a 30 km da noi. Purtroppo la posizione del mastocitoma aveva già messo in forte dubbio la possibilità di un’operazione chirurgica. Anche la posizione del mastocitoma incide: quello di Dante era all’interno della gamba posteriore, un punto difficile da operare perché non c’era abbastanza margine per poi chiudere la ferita (quindi alta possibilità di infezione e recidiva). Dante è stato quindi sottoposto dall’oncologo alla stadiazione per capire lo stadio e l’entità del tumore. Ovvero esami del sangue approfonditi, sedazione completa per fare la Tac. Tutti questi esami sono fondamentali per capire quale strada prendere. Le terapie oncologiche sono iniziate a novembre.

Fine vita del cane
Dante il 10 febbraio 2023. L’ultima visita oncologica, nonostante tutto sempre sorridente e pronto a farsi visitare.

Le cure oncologiche

Da novembre a febbraio Dante ha fatto ben 13 visite oncologiche + 6 visite oculistiche + 1 visita dermatologica. Nello specifico: diagnostica completa, 2 sessioni di chemioterapia in clinica con blanda sedazione, ogni settimana esami del sangue e controllo del mastocitoma con medicazione, 6 visite specialistiche dall’oculista perché il mastocitoma provoca prurito e Dante si era procurato una lesione alla cornea. Infine una visita dermatologica perché Dante perdeva tanto pelo e si mordicchiava le zampe. Era così giù di globuli bianchi che le sue difese immunitarie non hanno retto alla malassenzia, un fungo, poi debellato.

Una grande prova di resistenza, sopportazione e resilienza. Stress, dispendio di energia, emozioni, incastri. C’è stato un momento in cui Dante prendeva anche 6 compresse tutte diverse. Avevamo fatto una lista appesa in cucina di quando darle. Le medicazioni erano l’ordine di 4/5 al giorno. Sacchi di garze e bende nell’indifferenziata.

Fine vita del cane
Le garze e il cotone per le medicazioni giornaliere.

Gli appuntamenti sono fondamentali

In questa situazione il cane è al centro di tutto, poi c’è la disponibilità dell’oncologo ed infine ci siamo noi umani (che diventiamo i caregiver del cane). Non siamo nella posizione di poter trattare sugli orari per gli appuntamenti, il tempo ci è nemico, la malattia corre veloce e non aspetta certo riunioni, consegne o il pilates. Lo ricordiamo: l’oncologo fa l’oncologo quindi fa l’interesse del cane compatibilmente con tutti gli altri cani che ha in cura. Gli esami del sangue è preferibile farli al mattino perché è a digiuno, idem la chemioterapia se associata a sedazione. Il cane poi deve riposare ma anche fare le sue solite cose per non sentirsi un appestato. Noi alla fine chiamavamo la clinica un’ora prima dell’appuntamento per sapere se c’erano ritardi, chirurgie, emergenze. Ci sono stati momenti di forte tensione. Il cane sta male e l’appuntamento porta un ritardo di più di un’ora…. Ci si sente impotenti in sala di attesa.

I medicinali oncologici

I medicinali oncologici sono delle compresse da maneggiare con estrema cura ed attenzione. L’umano deve indossare dei guanti, le compresse non vanno mai rotte o spezzate, devo essere nascoste dal cane e dai bambini. Dante doveva fare la chemioterapia per vena ma esiste anche la possibilità che il principio attivo venga preparato in compressa. Chiedete al vostro oncologo.

Nel nostro caso, dopo che le due chemio non davano un valido riscontro, l’oncologo ha prescritto prima il Masivet 150 (poi riformulato da una farmacia galenica perché il farmaco abbassava drasticamente i globuli bianchi esponendo Dante a qualsiasi infezione) e poi, non funzionando più, abbiamo somministrato il Palladia. Solo pochi anni fa con la chemioterapia fallita il cane non aveva possibilità. Oggi invece ci sono questi due farmaci oncologici. Entrambi hanno l’obiettivo di tenere sotto controllo la malattia e quindi permettere al cane di vivere con dignità e un certo benessere. Attenzione, da un tumore non operabile non si guarisce mai. Si convive con il tumore.

Prepararsi al fine vita del cane

A scriverle tutte queste cose e metterle in fila… Ci diciamo… “Siamo stati bravi, Dante un gigante, la community fondamentale” che ci ha sostenuto sempre con messaggi, supporto e donazioni.

Poi arriva chiaro il fine vita perché non c’è medicina che argini più il tumore. Il tumore chiamato “ponfone di merda” ha ripreso forza, in poche settimane è diventato un “super mega ponfone di merda” e le medicazioni si sono fatte più fitte. Dante ha iniziato a zoppicare, si girava continuamente nella cuccia per trovare una posizione meno dolorosa. Alla fine al Palladia abbiamo preferito dare un forte antidolorifico ogni 8 ore. Bisogna farsi forza e fare le telefonate di rito. Bisogna organizzare il fine vita del proprio cane.

Fine vita del cane
Dante domenica 19 febbraio 2023 già molto sofferente. Il muso scavato, gli occhioni così grandi, il mastocitoma enorme sul corpicino che gli impediva di trovare una posizione comoda per riposare…

Eutanasia e cremazione

In questi momenti dolorosi ognuno reagisce secondo la propria sensibilità. Noi scriviamo come è andata e come abbiamo organizzato il fine vita di Dante. Non sapevamo niente. Gli scenari erano due. Nel primo Dante sarebbe morto in casa e lo avremmo fatto cremare, nel secondo caso sarebbe stato addormentato in clinica e poi fatto cremare.

Cremazione del cane

Noi non abbiamo un giardino privato e, da quel che sappiamo, non è neppure legale seppellire un animale domestico in giardino. In ogni caso, abbiamo chiesto a Google di fornirci i nominativi di aziende che cremano gli animali vicino a noi. Abbiamo contattato la struttura più vicina con le idee abbastanza chiare: avrebbero dovuto venire a prenderlo a casa e cremarlo insieme ad altri pelosi. Ci faceva rabbrividire avere le ceneri di Dante conservate in un urna. I prezzi variano in base al ritiro della salma, del peso dell’animale, se cremato da solo o con altri pelosi. Si va dai €70 euro ai € 200 per ceneri in urna. Abbiamo lasciato il nostro nome ed indirizzo e siamo finiti in un database, in una potenziale lista così l’azienda era avvisata. È triste da scrivere…

Eutanasia del cane

Abbiamo dovuto informarci sull’eutanasia del cane e fare le telefonate. Una fatica indicibile solo dirlo. In questo caso la faccenda per noi si è complicata. La cosa più logica sarebbe stata portare Dante dall’oncologo. La Clinica però dista 30 km. da noi. Un viaggio fisicamente doloroso per Dante e straziante per gli umani. Allora abbiamo chiamato un’altra clinica a soli 5 minuti da casa nostra, forti del fatto che gli oncologi si erano già parlati per Dante e comunque lui era stato un loro paziente. Il paradosso è che la clinica avrebbe fatto l’eutanasia e la cremazione ma prima Dante avrebbe dovuto fare una visita specialistica. Per noi una presa in giro.

Allora abbiamo chiamato il nostro veterinario di campagna, colui che ci ha fatto fare la biopsia e colorazione e che ha seguito Dante in tutti questi anni. L’ambulatorio dista 15/20 minuti di auto. Abbiamo fissato l‘eutanasia (il cane viene sedato profondamente e in seguito viene iniettato un farmaco che blocca il cuore ed il respiro), cremazione e pratiche burocratiche per mercoledì 22 febbraio. Dante non ce l’ha fatta ad arrivare a mercoledì 22 febbraio. Lunedì mattina 20 febbraio era molto dolente, la medicazione era diventata ingestibile. Il veterinario di campagna è stato avvisato e ha cancellato tutti gli impegni della mattina.

Ciao Dante

Dante se ne è andato per sempre la mattina del 20 febbraio 2023 verso mezzogiorno, sotto un tiepido sole. Il mastocitoma si è portato via un cane dolcissimo, affettuoso e pagliaccio. Ma era un cane anche molto tenace e resistente. Prolungare le sue sofferenze e vedere l’accanimento del mastocitoma sul suo corpo era per noi una visione insostenibile. Lo abbiamo lasciato andare via con la convinzione di aver fatto davvero tutto il possibile. È stato un cane molto amato. Ci mancherà molto.

Find the Frenchie

fine vita di Dante
La community di Find the Frenchie è stata davvero calorosa. Non ci ha mai fatto sentire soli. Grazie amici!
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Sterilizzazione del cane

Mia annusa la vite americana durante una passegggiata
Mia annusa la vite americana durante una passegggiata

La sterilizzazione del cane è una decisione importante che molti proprietari di animali domestici devono prima o poi affrontare. La sterilizzazione è un intervento chirurgico che rimuove gli organi riproduttivi del cane, rendendolo incapace di riprodursi. Ci sono molti vantaggi e svantaggi associati alla sterilizzazione del cane, che devono essere considerati attentamente prima di prendere una decisione.

Noi abbiamo sterilizzato Mia poco dopo il primo calore in autunno, con le temperature in calo perché la sterilizzazione del cane prevede la sedazione ed è meglio non complicare la situazione. Tutto è andato per il meglio. Mia è stata ricoverata al mattino e nel pomeriggio siamo andati a riprenderla. Alla sera già camminava, un pò di riposo e l’intervento è stato un successo.

sterilizzazione del cane
Mia è stata sterilizzata dopo il primo calore

Perché abbiamo sterilizzato Mia?

Durante il primo calore di Mia la situazione in casa era diventata ingestibile. Lei che perdeva sangue, Dante che tentava un accoppiamento ogni momento. Abbiamo dovuto allontanarli fisicamente in due case separate fino alla fine del periodo di calore di Mia. In ogni caso non avevamo nessuna intenzione di fare degli accoppiamenti e, con il senno di poi, abbiamo fatto benissimo.

Quali sono i vantaggi della sterilizzazione del cane?

In generale i vantaggi della sterilizzazione del cane includono:

• La riduzione del rischio di tumori al seno e al tratto genitale. Secondo studi clinici veterinari la sterilizzazione riduce significativamente il rischio di tumori al seno e al tratto genitale negli animali

• La sterilizzazione riduce anche il rischio di malattie del tratto urinario inferiore, come l’infiammazione della vescica e delle vie urinarie

• Miglioramento del comportamento. La sterilizzazione può aiutare a migliorare il comportamento del cane, poiché gli animali sterilizzati sono meno inclini a marcare il territorio, a scappare e a essere aggressivi.

• Riduzione del rischio di complicazioni durante il parto. La sterilizzazione riduce il rischio di complicazioni durante il parto, che possono essere pericolose per la madre e i cuccioli.

sterilizzazione del cane
Mia è stata sterilizzata poco dopo il primo calore in autunno, con le temperature in calo

Infine la sterilizzazione aiuta a ridurre la popolazione di animali randagi, poiché gli animali sterilizzati non possono riprodursi.

Quali sono gli svantaggi della sterilizzazione del cane?

• Aumento del rischio di obesità. Gli animali sterilizzati sono a maggior rischio di obesità, poiché la loro attività metabolica rallenta e hanno meno necessità di calorie

• Di conseguenza gli animali sterilizzati sono a maggior rischio di problemi articolari, poiché la loro attività fisica tende a diminuire

• Aumento del rischio di cancro alla prostata. Gli animali sterilizzati maschi sono a maggior rischio di cancro alla prostata.

• Possibile cambiamento nel comportamento. La sterilizzazione può anche causare cambiamenti nel comportamento del cane, come l’aumento dell’ansia o della depressione.

In generale, la decisione di sterilizzare o meno il proprio cane dipende dalle esigenze individuali dell’animale e del proprietario. È importante pertanto discuterne sempre prima con il proprio veterinario di fiducia.

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