Il comando No

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Il comando “No” viene pronunciato così tante volte davanti al cucciolo che alla fine perde il suo valore. La sua funzione è di disapprovazione/correzione (io umano disapprovo ciò che fai, non mi sta bene, dovresti fare XY) ma se fossimo il tuo Bouledogue potremmo interpretarlo come un intercalare, il suo vero nome, il tuo modo di respirare, un gioco. Secondo l’educatrice cinofila di Dante e Mia, il comando No è il termine più abusato e incompreso, spesso usato in modo improprio, con risultati opposti: o totale indifferenza da parte del cucciolo oppure paura perché anticipa una punizione. Sono due estremi che simboleggiano la medesima situazione: il comando “NO” non è stato insegnato e recepito nel modo corretto.

Cucina casalinga per Cani Mia e la sua ciotola
Mia, tenerissima a 4 mesi con la sua ciotola in bocca.

Il cucciolo non capisce il comando NO

Il classico boomerang del comando No è che diventa rinforzo positivo per l’azione commessa. Un classico esempio è il cucciolo che ruba la ciabatta, sapendo che appena lo fa, tu farai il circo! Lo rincorri per casa, urli Nooooo!, poi lo agguanti e lo guardi dritto negli occhi e gli dici “No! Brutto cattivo, non si fa, no si fa, bla bla bla ” con indice alzato. Per te sarà un momento di tensione, ma per lui un gioco bellissimo di rincorse e cattura della preda. Il cucciolo ha preso la ciabatta con il solo scopo di ricevere attenzione da parte tua, sapendo benissimo che quel comportamento non ti piace e che interverrai per fermarlo. In questo caso, quindi, per far smettere il cane, potrebbe essere più efficace ignorarlo e andare via, oppure non proibirgli l’azione che sta compiendo, ma più semplicemente distrarlo con un altro genere di attività.

Come fermare il cucciolo?

Come risolverla? Evita il circo. Potrebbe essere sufficiente ignorarlo completamente e andare a prendere un suo gioco, mostrandoti estremamente interessato a quello. Il cucciolo rimarrà sorpreso del fatto che la ciabatta non è più in grado di innescare il gioco che desiderava, la mollerà e verrà a vedere cosa stai facendo di così divertente.

Il comando No

Decenni fa il comando no era impartito con una punizione fisica. Oggi, per fortuna, le cose sono cambiate. Il comando no deve essere inteso come uno strumento di comunicazione fra il cucciolo ed il proprietario ed è possibile insegnarlo in totale rispetto. Ricorda, il cane non conosce né la nostra lingua e neppure il nostro linguaggio… tra umani c’è un codice semantico affinato nei millenni.

Uso corretto del comando NO

Dobbiamo quindi evitare situazioni di fraintendimento (oggi sì domani no) e di disagio (evita di parlare, comunica con i gesti e lo sguardo). Pertanto, quando usi la parola “NO” gli stai insegnando cosa può fare e cosa invece non è permesso. Togli dalla tua testolina il passaggio successivo: uso il No per sgridare il cane, così non lo farà più. (verrai smentito subito!). Considera quindi, la parola “NO” come un indicatore di comportamento. Il significato che dovrai esprimere nel pronunciarlo deve essere semplicemente “Smetti subito quello che stai facendo e vieni da me, ti indico cosa fare di alternativo quando ti trovi in questa situazione’.

Al comando NO fai seguire un Bravo!

Una regola fondamentale, che purtroppo è spesso trascurata, è quella di far seguire al “NO” un gioioso “BRAVO”, nel momento esatto in cui il cucciolo smette di fare ciò per cui lo hai ripreso. L’azione fondamentale è di non chiudere l’azione con il No (questo crea solo disorientamento e il cane va in tilt), ma di sottolineare con il Bravo cosa vogliamo dal nostro cucciolo. “Questo comportamento non va bene, quest’altro invece è ottimo!”. Più chiaramente e prontamente saprai indicare cosa è “SÌ” e cosa è “NO”, prima il tuo Bouledogue saprà come comportarsi e non dovrai più ricorrere al comando No.

L’importanza del timbro di voce

La tua voce è fondamentale. Se urli, se sbraiti, se bisbigli non funziona. Il comando No va dato con tono basso, fermo, deciso e credibile, è un divieto e come tale non ammette repliche. Ricorda, potrebbe essere necessario usarlo per salvare la vita del cane, pertanto non fare il timido ed evita incertezze. Il “BRAVO” che ne seguirà dovrà esprimere, invece, la tua gioia ed il tuo Bouledogue dovrà sentirsi compiaciuto dal complimento, quindi userai un felice e rassicurante.

Un esercizio per insegnare il comando NO

La nostra educatrice ci ha fatto fare un esercizio: prima noi con Dante e poi noi con Mia. Hai bisogno di un amico e di premietti (anche le solite crocchette).

Vi mettete uno di fronte l’altro, il cucciolo con il guinzaglio da addestramento vicino a te. Il tuo amico attirerà il cucciolo a sé mostrando un premietto, lui si avvicinerà – ma non riuscirà a raggiungerlo – e quando tenterà di agguantare il premio, tu dirai NO una volta sola e senza agire sul guinzaglio, rimanendo immobile. Appena il cucciolo capirà di non poter raggiungere il premio offerto e si girerà a guardarti, lo premierai con un BRAVO e gli offrirai lo stesso identico premietto.

A cosa serve l’esercizio del comando no?

Lo scopo dell’esercizio è insegnare al cucciolo che obbedire al proprio umano è sempre una buona idea (saggia e conveniente). Quando sarai sicuro della risposta al comando No, puoi lasciare il cucciolo libero (anche in casa), affinché sappia obbedire senza il vincolo del guinzaglio e proporre l’esercizio in situazioni diverse, variando il tipo di premio. Ad esempio gli puoi offrire un comportamento alternativo, come giocare insieme, ricevere una carezza, proseguire nella passeggiata, qualsiasi attività sostitutiva possa essere per il cane una ricompensa per aver obbedito al divieto.

Conclusioni

Alla base del comando “NO” non deve esserci, quindi, l’idea che il cane sbaglia e va punito. Il tuo cane non dovrà mai aver timore di te ma anzi dovrai essere per lui l’umano autorevole da cui prendere esempio. Instaura un livello di comunicazione complice, dove la c’è fiducia e rispetto. “Non mi piace ciò che stai facendo, smettila ora e facciamo questa cosa divertente, insieme.” Insieme è la parola chiave.

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