Lo scorso venerdì abbiamo partecipato alla conferenza Pet Marketing Day a Milano con autorevoli esperti del settore della PET Economy. In questo primo articolo riportiamo alcune informazioni di carattere sociale che testimoniamo il profondo cambiamento del rapporto delle famiglie italiane con gli animali domestici.
Le famiglie italiane e gli animali domestici
Al Pet Marketing Day abbiamo raccolto tantissime informazioni e molte di queste confermano – con dati statistici alla mano – che negli ultimi anni il ruolo degli animali domestici nelle famiglie italiane è totalmente cambiato. Gli animali domestici da semplici esseri viventi (da far dormire fuori in cortile, al freddo e al gelo) sono ormai parte effettiva della famiglia. Sono oltre 60 milioni gli animali nelle case italiane, con un aumento di circa 500 mila rispetto allo scorso anno (fonte: rapporto Assalco Zoomark). Questo significa che 1 famiglia su 3 ha aperto le porte a un nuovo componente, dedicando tempo, attenzioni e risorse economiche per assicurargli benessere.
Ed essendo mutato il nostro atteggiamento nei loro confronti, sono completamente cambiate le modalità di consumo di prodotti e servizi. A confermare questo trend un’altra ricerca, presentata da Eumetra MR che ha svelato che l’ambito nel quale gli italiani mostrano la massima soddisfazione è proprio il rapporto con gli animali domestici (ancora più che il contesto famigliare) e che spesso il cane o il gatto sono considerati come “compensazione”, capaci di assicurare il benessere che in altri ambiti è più difficile ritrovare.
Pet Economy come Baby Care
La Pet Economy è in crescita e si prevede lo sarà anche nei prossimi anni. Il mercato degli animali domestici ha una grande particolarità: il destinatario del prodotto non parla e chi compra non è colui che utilizza i prodotti e fruisce dei servizi. Esattamente come succede nel mercato dei neonati (baby-care) sono i genitori, e nel pet, i proprietari del cane a comprare prodotti e servizi. La spesa delle famiglie per gli animali è quasi 3 volte superiore a quella per i bambini (Rapporto Assalco – Zoomark 2019). Le linee di prodotti pet diventano sempre più premium. Ricette personalizzate in base alla razza canina, all’età dell’esemplare, ad eventuale presenza di allergie del cane. Gli acquirenti richiedono prodotti di alta qualità (anche biologico), sia di umido che di crocchette, perché considerano importanti le necessità del proprio cane e sono disposti a spendere anche qualcosa di più per il suo benessere.
I possessori di animali domestici si informano, vogliono avere etichette chiare per leggere gli ingredienti e conoscere la produzione di ciò che scelgono. E, prima di effettuare un acquisto, cercano online informazioni e recensioni di prodotti. Un altro aspetto importantissimo è che il cane sarà sempre un pò cucciolo, perché dipenderà sempre dal suo umano (e dalle sue scelte di acquisto) e si legheranno a lui in maniera fedele e disinteressata.
Come cambia il ruolo del veterinario
Anche il ruolo del veterinario è mutato, non è più solo il dottore degli animali (dalla mucca al criceto) con il piccolo ambulatorio di campagna dove ci si presenta senza appuntamento con il cane da caccia dolorante (siamo nel Nord Est, ndr). L’intervento di Marco Melosi Presidente ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari) è stato puntuale ed esaustivo. Oggi dal veterinario ci si aspetta servizi, disponibilità e consulenza sulla salute a 360° (vaccini, alimentazione, benessere, igiene, buone abitudini). Ma è impossibile che una sola persona – per quanto geniale – possa fare tutto! Ed ecco che aprono le Cliniche Veterinarie, veri e propri Ospedali per animali domestici aperti 24/24 ogni giorno dell’anno con veterinari specializzati (ad esempio chirurgia, dermatologia, oculista, tecnico di laboratorio), con reparti all’avanguardia, dotati di macchine diagnostiche avanzate e sale per la degenza. Come per un famigliare anche per il proprio cane ci si affida a cure avanzate.
La salute degli animali a Sistema
Ci ha colpito l’intervento del Romano Marabelli, Presidente onorario della
World Organisation for animal Health (Oie), che ha portato alla ribalta l’urgenza di governare il Sistema degli animali domestici nella sua globalità. Attualmente non ci sono ancora azioni mirate e, per l’appunto, di ‘sistema’ tali per cui si può affermare che l’attuale salute della popolazione degli animali domestici è sotto controllo. I tempi sono cambiati e si corre ai ripari. Dalla scorsa primavera è stata introdotta la ricetta veterinaria elettronica che consente di tracciare la catena: il veterinario che ha prescritto le medicine, quali medicine, ed il cane che li utilizzerà. Purtroppo si riscontra un aumento della resistenza dei cani agli antibiotici, se un tempo venivano dati una tantum ora si danno più spesso perché gli stessi proprietari si presentano dal veterinario più spesso.
Del resto le abitudini sono cambiate: gli animali vivono con noi, nella nostra casa, nei nostri spazi più intimi come il bagno ed il letto. Queste mutate condizioni implicano che sia l’animale domestico che l’uomo possano convivere ma in buone condizioni di salute. È fondamentale assumere comportamenti corretti (no ad umanizzare gli animali, ai baci e alla vicinanza stretta tra neonato e cane/gatto), si alla prevenzione e all’ igiene sia dell’animale che della casa, sì ad un percorso virtuoso quale il vaccino ogni anno. I vaccini per gli animali domestici sono sicuri, sono prodotti autorizzati sia in Italia che in Europa. Non ha senso il timore no vax che serpeggia tra i proprietari degli animali. Dall’altro lato, globalizzazione e spostamento di persone ed animali sviluppa il sorgere di nuove malattie oppure si registra una significativa comparsa della rabbia nel paesi del Nord Africa.
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Ci si affida però soprattutto al buon senso dell’uomo comune: si presume faccia registrare il cane presso gli sportelli preposti, che vaccinerà ogni anno il proprio cane e magari anche la profilassi della filaria ogni anno, e quanti cuccioli potrà fare? E se è un gatto? E se invece l’uomo comune non può sostenere le spese veterinarie e abbandona il cane?
In questo articolo abbiamo raccolto informazioni importanti di natura sociale e le prime implicazioni sul benessere legate al ruolo del veterinario e delle medicine veterinarie. Nel prossimo articolo vi porteremo alcuni dati importanti sul giro d’affari che ruota attorno alla PET Economy.
Find the Frenchie!
Scritto con dovizia perché c’eravamo 🙂
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