La socializzazione del cucciolo è fondamentale per avere un futuro cane adulto equilibrato. E non va confusa con l’incontro del cucciolo con suoi simili al parco, in area cani o durante la passeggiata. Anzi. La socializzazione del cucciolo corrisponde ad un periodo di tempo preciso. Tra la quarta e la dodicesima settimana di età, il cucciolo impara a relazionarsi con l’ambiente che lo circonda. Per questo motivo è fondamentale che trascorra questo lasso di tempo con la sua famiglia canina e che non venga allontano dalla mamma troppo presto.
La socializzazione del cucciolo: lo stare al mondo
La mamma del tuo Bouledogue ha il compito di iniziare lo svezzamento e di controllare l’attività motoria. Inoltre, fa da guida. Regola lo stare insieme della cucciolata, di come si gioca insieme, impartisce la gerarchia alimentare, in modo che i cuccioli sviluppino i comportamenti di sottomissione/dominanza e l’inibizione al morso. Quindi sono tutte attività che permettono al cucciolo di disporre dei rudimenti del vivere in società e di affrontare lo step successivo. L’incontro con la razza umana.
Il ruolo dell’allevatore
Il compito dell’allevatore, nella fase di socializzazione del cucciolo, è di abituarlo ad essere toccato ed accarezzato. L’allevatore inizierà le prime stimolazioni sensoriali, evitando qualsiasi esperienza negativa, che possa innescare nel cucciolo un comportamento pauroso o diffidente. Ogni esperienza vissuta serenamente in questo periodo comporterà una reazione equilibrata in età adulta, viceversa se l’esperienza sarà privata o vissuta in maniera traumatica, potrebbe innescare future reazioni fobiche o aggressive. È perciò preferibile iniziare a sottoporre il cucciolo a interazioni controllate, con un livello di stimolazione basso, innalzandolo gradualmente, in base alla reazione. Per questo motivo il cucciolo può essere affidato al nuovo proprietario non prima dei 2 mesi e mezzo / tre mesi.
Il ruolo del padrone
Una volta che il cucciolo sarà nella tua casa dovrai proseguire il processo di socializzazione, abituandolo a essere ricevere carezze in ogni parte del corpo, a interagire con altre persone, cani e altri animali. Inoltre dovrai fargli conoscere diverse superfici, sentire nuovi rumori, prendere confidenza con gli oggetti presenti in casa, famigliarizzare con nuove situazioni e ambienti quotidiani. Potrebbe abbaiare alla vista o all’udito dell’aspirapolvere o del phon. Ti consigliamo di approcciare la situazione con gradualità.
L’approccio al phon
Prendi il phon in mano, lo tieni spento, lo guardi e riguardi, lo lasci a terra, poi lo fai vedere ed annusare al tuo cucciolo. Ripeti ogni giorno per una settimana. Ripeti il processo ma stavolta lo accendi al minimo, con il getto d’aria tiepida/fredda non in faccia al cane ma rivolto su di te, sorridi, stai tranquillo fai vedere che è piacevole. Avvicina piano piano il getto d’aria sul dorso o sul pancino del cane (non in faccia) e su di te. Abbaierà, tu stai tranquillo, non parlare. Un paio di minuti di phon acceso, poi lo spegni e lo deponi a terra. Se il cane si avvicina lascialo fare. Ripeti nei giorni seguenti fino a che non abbaierà più. Mia adora il phon, Dante no, lo tollera ma non abbaia più.
Rinforzo positivo
Quando il cucciolo affronta correttamente una nuova esperienza fagli una carezza e lodalo. Viceversa, se lo stimolo provoca una reazione di paura, non devi consolarlo o si rinforzerà in lui la convinzione che sia il corretto comportamento da tenere in quel frangente. Cerca invece di sdrammatizzare l’evento appena accaduto, mostrandoti indifferente e tranquillo. Ricorda, per il cucciolo sei l’autorità, l’esempio di comportamento, perciò vedendoti rilassato, capirà che la situazione va affrontata con serenità. Seguire il cucciolo nella corretta socializzazione ti permette di formare un Bouledogue adulto equilibrato, in grado di interagire con l’ambiente circostante in modo pacifico.
Esempio di socializzazione tra Bouledogue e altre razze
Da piccoli Dante e Mia erano una gang, fratello e sorella, vivevano da sempre insieme. Tra loro il loro rapporto non era ancora chiaro. Sembrava che Mia fosse il cane dominante, Dante la prendeva sempre d’esempio e si beccava dei sonori abbai se esagerava nel gioco. Poi il colpo di scena! Tutto avvenne durante una lezione di socializzazione con cuccioli di razze diverse, arbitro il cane pastore dell’educatrice. Noi umani eravamo a bordo campo, muti.
Un cattivo esempio
Dante era spavaldo e sfrontato. Si presentava a due cm dal muso dell’altro cane, cercando di dominarlo subito. Lanciava sfide e quindi veniva percepito come una minaccia. Un Akita però accettò la sfida e prevalse su Dante. Arrivò in soccorso Mia, e anche gli altri cani cominciavano a prendere posizione. Allora intervenne il cane pastore dell’educatrice: in picchiata su Dante, piccolo morso al dorso per deconcentrarlo, una corsa intorno per isolarlo e fargli capire che quello che stava facendo era sbagliato. Dante scappò, fino all’auto per rientrare a casa. Mia invece si era comportata bene: atteggiamento fiero di fronte l’Akita, nessuna sfida, stava a debita distanza e solo dopo si decise a socializzare. Però, se l’altro cucciolo si allargava lei abbaiava e ristabiliva da sola la situazione.
Conclusioni
L’episodio dell’Akita e del pastore hanno insegnato a Dante come interagire in gruppo. Dante però resta pur sempre un Bouledogue e come tale tende a presentarsi all’altro a muso duro, sprezzante del pericolo. Lo abbiamo visto in azione in area cani e in passeggiata, ma non interveniamo. Deve capirsi con l’altro cane, non con noi. Dante non lancia più sfide ardite, se il gioco si fa duro distoglie lo sguardo. A tal proposito segnaliamo che con la Pitt Bull Terrier del vicino non è spavaldo, basta uno sguardo per girare alla larga. Mia invece è un soldatino, rispetta le buone maniere, socializza e al contempo sa farsi rispettare.
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