Ritratti di Bouledogue. In questo articolo ti raccontiamo come l’amore per i cani può trovare voce ed espressione anche nella pittura. Abbiamo approfondito il tema con una nuova intervista a Barbara Miccoli dell’Allevamento Escalofrìo. Oltre alla passione per la cinofilia e per l’allevamento, Barbara riesce a trovare il tempo per esprimere la sua vena artistica e realizzare ritratti di cani curati e fedeli all’originale.
Realizzi solo ritratti di Bouledogue Francese oppure ti piace dipingere anche altre razze?
Io non guardo solo i Bouledogue Francese. Amo i cani, soprattutto certe razze che ho avvicinato nel corso del tempo. Amo i terrier, i barboni giganti. Sono in questo ambiente da tantissimi anni. Ho iniziato con la toelettatura per poi passare all’allevamento di Bouledogue Francese. Quando vedo una bella foto con dei cani mi viene voglia di reinterpretarla. Ed ultimamente ci sono tante belle foto! Devo solo trovare il tempo per mettermi all’opera.
Come e quando hai cominciato ad avvicinarti al disegno e a dipingere?
Ho fatto il liceo Artistico e l’Accademia di Brera. Ho sempre disegnato, soprattutto scenografie, anche se la mia grande passione è stata la matita. Un’amica – allevatrice di bouledogue francesi – mi ha regalato una scatola di acquerelli e così ho iniziato a dipingere. Non conoscendo la tecnica dell’acquerello ho provato, sperimentato, testato e sono andata avanti. Disegno anche su carta, cartoncino e su tela.
Qual è il tuo imprinting artistico?
La formazione accademica ha lasciato il segno. Nella storia dell’arte erano soprattutto gli uomini ad essere artisti, le donne erano poche. Ho notato che le donne hanno sempre avuto la tendenza ad aggiungere, caricare, probabilmente c’è sempre l’attitudine a voler essere perfette nell’esecuzione, a voler dimostrare d’essere davvero brave. L’uomo invece trova più velocemente il suo personale tratto distintivo e lo trasporta sulla carta e sulla tela con un proprio stile. Ad esempio: c’è chi gioca con la luce, chi con l’intensità dei colori ed è questo mix che rende unico il lavoro dell’artista.
A mio avviso il valore artistico non è aggiungere ma togliere
Io preferisco ritagliarmi un’ora o poco più per staccare da quello che faccio abitualmente, non potrei stare tutto un pomeriggio a dipingere. Preferisco disegnare, staccare e ritornare sull’opera per guardarla con un’occhio diverso.
Sappiamo bene quanto il lavoro di un allevatore possa essere impegnativo, dove e quando trovi il tempo per creare le tue opere?
Il tempo me lo ritaglio nel vero senso della parola! Un’ora la mattina, un’ora la sera, per fortuna sono anche abbastanza veloce e questo è un gran vantaggio perché il tempo effettivamente è minimo. La vita dell’allevamento è impegnativa perché i cani hanno bisogno di me molto spesso. Da vera cinofila, invece di badare alla casa, preferisco disegnare e portare fuori i cani! 🙂
Che tecnica usi e sulla base di cosa scegli i soggetti da rappresentare?
Quanto mi approccio al disegno, non penso di riprodurre un disegno uguale ad una foto. Se c’è una foto dei miei cani che mi piace, la lascio così com’è, non cerco mai di rappresentarla al 100%. Se una foto mi piace così com’è la lascio così.
Cerco di mettere qualcosa di mio, altrimenti diventerebbe una sola esercitazione e non è un mio obiettivo, non avrebbe senso farla uguale.
Ci vuole trasporto per quello che vedi
All’inizio la maggior difficolta è stata trovare la mia strada, il mio tratto, il mio modo di disegnare. Così ho cercato di togliere più che aggiungere perché un tratto più istintivo comunica molto di più di una copia fedele. In tanti mi dicono che nei miei ritratti si nota il trasporto e che i soggetti sembrano vivi! Ed il pathos è una cosa che non si può calcolare... o ti viene o non ti viene. È come un cane quando catalizza l’attenzione su di se, non lo fa di proposito, è una cosa naturale. Quando faccio dei ritratti di Bouledogue devo essere io la prima a essere soddisfatta.
Sei circondata da Bouledogue (e non solo) tutto il giorno, li fotografi, li disegni, possiamo definirlo Amore con la A maiuscola?
L’amore è per i bei cani ed arriva da lontano. La mia passione per loro è iniziata più di 20 anni fa. Per fare un bel lavoro di selezione in allevamento bisogna conoscere bene lo standard, correggere piccole imperfezioni.
Quando si fanno ritratti di Bouledogue non basta la tecnica, bisogna avere conoscenza cinofila. A mio avviso un artista non può raggiungere quel pathos di cui parlavo poco fa, perché non conosce bene le caratteristiche della razza. A mio avviso per fare dei ritratti di Bouledogue fedeli, ed al contempo originali, l’artista deve avere conoscenza di quello che sta realizzando, poi può aggiungere qualcosa di suo.
Ad esempio, quando approccio una nuova razza, mi informo per bene sulle proporzioni e caratteristiche del cane. Come è la testa? Come sono le orecchie? Qual è la forma dell’occhio? Sono questi dettagli a far la differenza.
In linea generale, sia nelle foto che nei dipinti, cerco di fare in modo che il cane risulti meglio che dal vivo.
Se il cane è deceduto…
Adesso mi fai commuovere… In questo caso ho avuto molte più difficoltà, sono molto sensibile, e sento una forte responsabilità. Sono situazioni emotivamente complicate, ci metto molto più tempo a realizzare dei ritratti di Bouledogue. Ad esempio, la nostra Godzy (un baouledogue francese a cui Barbare era particolarmente legata ndr) non l’ho ancora dipinta perché non sono pronta.
Sono ferite che non si rimarginano più. Chi ama i cani non vede solo il cane, percepisce una personalità, un essere vivente unico. Ed è quello che ti conquista, il suo essere unico. Quanto mi chiedono di fare un ritratto io sento la responsabilità di riuscire a rappresentare questo “tutto”. È un gran lavoro perché – oltre ai tratti distintivi del cane come la forma come l’occhio, l’orecchio – devo saper cogliere quella caratteristica speciale che fa dire al proprietario del cane “Ehi, ma è proprio lui!”
E ripeto, il ritratto non deve essere la copia esatta di una foto! Sennò l’opera diventa un’esercitazione… come quando a scuola mi facevano fare le copie dei capolavori di Michelangelo. Ma quello era solo un esercizio, un modo per allenare l’occhio e la mano. Occorre trovare la propria strada, il proprio stile ed è quello che mi interessa di più.
Cosa provi quando rappresenti i tuoi soggetti?
Quando hai amore per i cani e conosci bene la razza, trovo subito i loro tratti distintivi, li identifichi immediatamente. Ed è proprio questo mix di conoscenza, amore e professionalità che mi aiuta a tirare fuori quello che c’è di caratteristico nel soggetto. Amo i cani, il loro temperamento, lo sguardo, la mimica facciale, la toelettatura, la presentazione in expo, l”allevamento e la scelta del cucciolo.
C’è un ritratto a cui tieni più degli altri, legato ad una storia particolare? Ti va di raccontarcela?
I ritratti sono di cani miei che adoro e che conosco molto bene. Ti posso assicurare che sono proprio loro. Se entri nella mia casa e vedi il ritratto di Minilla pensi proprio che il ritratto abbia vita propria. Gli altri ritratti sono per la mia amica Betty. Un regalo che le ho fatto a Natale e sono loro in tutto e per tutto. In questo caso mi sono riusciti così bene perché c’è quel phatos e feeling che ci lega.
Grazie mille a Barbara per questa bellissima intervista e per aver ritratto Dante e Mia nella loro essenza di Bouledogue e di fratello e sorella.
Find the Frenchie!
Scritto con il cuore
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