Qualche giorno fa abbiamo messo ordine nei nostri hard disk e abbiamo trovato delle foto di un viaggio a Marrakech, una delle città più belle e romantiche del mondo. Guardando bene le immagini – e già in tempi non sospetti – il Bouledogue era con noi. Noi stessi siamo stati sorpresi!
Per San Valentino ti raccontiamo una bella storia, di quelle bullose che ci piacciono tanto… Così che tu possa sorprenderti e, abbia a tua volta, il desiderio di raccontarla a qualcuno di speciale. La storia si svolge tra Marrakech e Parigi, i protagonisti sono un genio della moda francese e i suoi quattro Bouledogue.
Bouledogue Moujik & Yves Saint Laurent
Trentanni fa il Bouledogue Francese non era così diffuso, soprattutto non lo era tra i personaggi più influenti della società. Tra le celebri eccezioni spicca Yves Saint Laurent, uno degli stilisti francesi che hanno fatto la moda del XX secolo, un uomo dalle infinite passioni e dalle grandi debolezze. Ha trascorso parte della vita a combattere contro la depressione e le dipendenze. Un ruolo molto importante lo hanno avuto i suoi amati Bouledogue chiamati tutti Moujik. Il suo primo Bouledogue Francese morì in seguito alla puntura di uno scorpione nella residenza di Majorelle a Marrakech. Il dolore per la perdita fu così devastante che si tentò di consolarlo con la promessa di cercarne subito un altro, molto simile a Moujik. Fu così che dopo Moujik arrivarono solo Bouledogue caille e lo stilista non volle mai cambiare loro il nome. Tutti Moujik con l’aggiunta di II, III e IV (quest’ultimo gli sopravvisse, ndr).
Nel documentario “L’Amour Fou” YSL posa di fronte alla telecamera con Moujik III raccontando la sua vita e il suo lavoro. E, ovviamente, racconta aneddoti sui suoi Bulldog Francesi, amatissimi tanto da ritrovarli sotto forma di ritratti, oggetti e sculture nella sua casa parigina. Tutti i suoi quattro Bouledogue Moujik hanno fatto completamente parte della quotidianità dello stilista. Scorrazzavano per l’atelier e lo accompagnavano a feste mondane. Lui diceva “i Bouledogue sono dei cani molto vicini agli essere umani”.
Bouledogueterapia
Durante i giorni terribili della depressione e della lotta alla droga, i Bouledogue sono stati di grande aiuto. Lo stilista affermò “quando ho i miei momenti di depressione guardo Moujik, ed è un grande sostegno. Nelle giornate in cui non vado in studio (il suo posto preferito) lui mi mette il muso e rosicchia i miei polsini, spingendomi a reagire. È molto geloso, quando non sono in forma nessuno può avvicinarsi al mio letto”.
Delle vere e proprie dichiarazioni d’affetto per i suoi bulli che gli sono stati vicini nei giorni belli ma anche nei giorni della lunga malattia (cancro, YSL morì a Parigi il 1 giugno 2008, ndr).
Fondazione Yves Saint Laurent
Insieme al suo compagno di vita Pierre Bergé, Yves Saint Laurent raccolse in più di cinquant’anni una collezione di circa 730 opere d’arte, tra cui quadri di Picasso, Matisse, Van Gogh, Mondrian, Léger, Goya, sculture, reperti archeologici, mobili ed oggetti di arredamento. Alla morte dello stilista, Bergé decise di mettere all’asta la collezione, affidando il delicato compito a Christie’s, la più grande casa d’aste del mondo. Il 2009 fu un momento storico per il mondo dell’arte: sono state battute la maggior parte delle opere d’arte (tra cui i ritratti dei suoi quattro zampe) e dei mobili della meravigliosa residenza parigina dello stilista. Il ricavato fu un record di 374 milioni di euro di cui una parte è stata devoluta alla ricerca contro l’Aids e un’altra per finanziare la Fondazione Yves Saint Laurent.
YSL moda, arte e bouledogue
Arte e Bouleodogue sono stati due pilastri per YSL, tanto che alcuni dei suoi Bouledogue, come Moujik II, hanno fatto da modelli ad artisti del calibro di Andy Warhol dal cui ritratto lo stesso Yves realizzò una serie di cartoline di auguri (cartes de voeux) per clienti ed amici firmate con l’esplicita didascalia “Lui è il mio cane Moujik dipinto da Andy Wharhol. Io sono Yves Sain Laurent”. Le cartoline sono oggi esposte alla piccola galleria Love della residenza Majorelle a Marrakech e altre cartoline, poster sono esposti alla Fondazione Yves Saint Laurent.
Biglietti d’auguri Love di YSL
Per più di trent’anni Yves Saint Laurent ha creato e spedito a familiari ed amici “cartes de voeux” – ovvero biglietti d’auguri di buon anno – che stagione dopo stagione ribadivano lo stesso forte messaggio d’amore. Il ripetersi quasi ossessivo della parola Love ha reso questi biglietti d’auguri veri e propri messaggeri d’amore, portatori di uno slogan che ancora oggi non perde la sua forza. Creati precisamente dal 1970 al 2007 (con l’eccezione di 1978 e 1993 che non avevano amore, ndr) questi biglietti di auguri furono realizzati per la maggior parte in Marocco, in quello che è stato uno dei grandi amori di Yves Saint Laurent.
Art déco, ispirazione Matisse o Warhol, disegnati o realizzati con la tecnica del collage, colorati e dalla grafica ardita: i poster Love racchiudono gli oggetti vicini e cari allo stilista testimoniano l’incredibile poesia di Yves Saint Laurent.
Il loro fascino è indiscutibilmente senza tempo e il loro appeal sempre attuale tanto che in occasione di San Valentino in Francia è stato ripubblicato il libro LOVE/ Yves Saint Laurent con una raccolta di questi mini capolavori.
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Parigi e Marrakech
Ma se il web ci ha già educati a riconoscere il poster del 1982 con la scritta Love che si staglia sopra un mare blu o quelli in serie di Mougik, il fatto straordinario è che grazie alla Fondation Pierre Bergé – Yves Saint Laurent (Parigi e Marrakech) tutte le oltre settanta creazioni originali intorno alla parola “Love”, inclusi i bozzetti preparatori, sono visibili.
Find the Frenchie,
scritto con il cuore perché c’eravamo
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